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Come affrontare la solitudine durante un viaggio studio

Studiare all'estero può essere solitario. Preparati mentalmente, cerca connessioni e affronta le sfide quotidiane: non sei solo in questa esperienza.

55 letture
Destinazioni: 🇳🇱 Olanda 🇬🇧 Regno Unito
Argomenti: Orientamento
#Testimonianze #Consigli pratici #Tutoraggio #Supporto Psicologico

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Arrivare in un nuovo Paese per studiare è una di quelle esperienze che tutti ti raccontano come “un’occasione unica della vita”. Ed è vero, ma spesso nessuno ti dice cosa significhi davvero trovarsi improvvisamente in una stanza nuova, a chilometri da casa, con accenti che fai fatica a capire e nessuno dei tuoi amici di sempre. La solitudine, nei primi tempi all’estero, non è un’eccezione: è la normalità, anche se sembra un tabù. Provo a raccontartelo in modo diretto, senza filtri, e magari ti lascio qualche consiglio che può davvero servirti.

Solitudine: non solo nostalgia di casa

Essere soli non è semplicemente sentire la mancanza della tua famiglia o degli amici. È un senso di vuoto che arriva quando ti rendi conto che tutto quello che ti era familiare non c’è più. Anche se la giornata è piena di lezioni o posti nuovi da vedere, puoi sentirti comunque tagliato fuori, o come se stessi guardando le cose da dietro un vetro.

Perché la solitudine pesa così tanto all’estero?

Perché oltre alle routine che cambiano, magari devi anche sforzarti di capire un’altra lingua, abituarti a orari diversi e a persone che funzionano diversamente da come eri abituato. La testa va in tilt facilmente: più ti senti isolato, più diventa difficile trovare l’energia per reagire o adattarti. Non c’è niente di strano se la voglia di mollare ti attraversa la mente.

Prepararsi (anche mentalmente) prima della partenza

C’è chi fa mille valigie, ma spesso la parte più importante da preparare è la testa:

  • Prova a cercare, anche sui social, gruppi di studenti nella città dove andrai, magari italiani ma anche internazionali. Sempre meglio avere almeno una chat dove poter scrivere “C’è qualcuno che sa dove si fa la spesa qui?” invece di tenersi tutto dentro.
  • Non pensare che basti sbarcare e farai subito amicizia con chiunque. Mettersi pressioni non aiuta: punta piuttosto ad aprire qualche conversazione, non a trovarti i “nuovi migliori amici” dalla prima sera.
  • Sappi che sentirsi soli all’inizio è più comune di quanto credi. Preparati a riconoscere quella sensazione quando arriva, senza spaventarti o pensare che sia un segnale che hai sbagliato tutto.

Ok, sei lì: cosa puoi fare, giorno per giorno?

  • Le università e le associazioni (ma anche alcune residenze studentesche) organizzano attività gratuite quasi ogni settimana. Può sembrare banale, ma sono momenti pensati apposta per chi si sente fuori posto: nessuno ti guarderà strano se vai da solo.
  • Dai una chance a sport, club o corsi extra: non servono abilità particolari, e se anche dovesse andare male… intanto hai rotto la routine.
  • Noi di Studey cerchiamo sempre di mettere in contatto chi parte con ex studenti: è più facile parlare con qualcuno che sa che la voglia di mollare viene davvero, e magari può darti dritte su cose pratiche, dalle lavatrici alle cene condivise.
  • Non tagliare subito i rapporti con chi hai lasciato in Italia, ma neanche rinchiuderti solo su WhatsApp: l’obiettivo è creare un ponte, non rifugiarsi nel passato.

Cosa succede se la solitudine non passa?

A volte è solo una fase, altre invece dura più di quanto avresti pensato. Non è segno che “non sei adatto”, niente di tutto ciò. Se però vedi che inizi a saltare lezioni o chiuderti solo in stanza, o che l’ansia diventa troppo forte, parlarne con qualcuno (dai servizi universitari a una figura esterna o uno psicologo) è utilissimo. In molte università il supporto psicologico è gratuito—anche se c’è un po’ di fila.

Le storie vere aiutano più di mille consigli teorici

Un ragazzo che abbiamo seguito, appena arrivato a Manchester, mi raccontava che passava i pomeriggi interi facendo scorrere Instagram e guardando le stories degli amici a casa. A un certo punto si è iscritto a un corso base di cucina giapponese nella sua uni, senza conoscere nessuno. Da lì, ha conosciuto altri studenti nella sua stessa barca e adesso… vabbè, non sono diventati i suoi amici più intimi, ma dice che uscire dalla stanza almeno una volta a settimana ha fatto la differenza.

Un’altra studentessa a Rotterdam invece, ci ha detto che quello che l’ha aiutata davvero è stato confrontarsi con una ragazza tutor italiana (anche lei passata tramite Studey): avere qualcuno che non rispondeva solo con frasi fatte tipo “su, vedrai che passa”, ma che ascoltava davvero, è stato uno dei motivi per cui è rimasta quando le veniva la tentazione di mollare tutto.

Quando la solitudine diventa insopportabile: che fare?

C’è chi decide di tornare o cambiare strada. Nessuna vergogna. L’importante è farsi domande sincere: è la destinazione che non fa per te, o sei solo in una fase di assestamento? A volte basta cambiare casa o corso, altre cambiare Paese. In ogni caso, chiacchierare con qualcuno che ci è passato prima può aiutare a chiarire pensieri confusi.

Alcune risposte alle domande che sentiamo più spesso:

  • “Quanto dura di solito questa fatica?” Nei primi 2-3 mesi va su e giù, poi di solito si torna a respirare. Ma ognuno ha i suoi tempi.
  • “Se sto male, cosa faccio?” Senti chiunque: un compagno di corso, lo sportello studenti, la segreteria, un ex Studey… Non aspettare che passi da sola se senti che non ce la fai.
  • “Bisogna per forza cercare amici italiani?” Non serve mettere barriere. Avere amici italiani ti consola (ne abbiamo tutti almeno uno nella nuova città!), ma lascia aperta la porta anche a chiunque passi di lì, senza troppe aspettative.

In pratica: non sei davvero solo

Se ti trovi nel momento peggiore e pensi che non ne uscirai, sappi che tutti (proprio tutti) ci siamo passati, anche quelli che adesso sembrano “super integrati” su Instagram. La differenza la fa sempre una scelta piccola: accettare un invito, alzare la mano durante una lezione, scrivere a qualcuno che può capirti.

Se hai bisogno di una mano—anche solo di una risposta onesta alle tue paure—puoi scrivere a noi oppure richiedere (gratuitamente e senza impegno) di parlare con un ex studente tramite Studey. A volte è davvero tutto qui: sentire che qualcuno c’è, senza giudicare, con quella sincerità che serve quando le cose non vanno come Instagram vorrebbe farci credere.

Ricordati: la solitudine fa parte del viaggio, ma non deve essere il suo unico compagno di strada.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.

Fonti: The Bottom Up • Studiare in Olanda • 31Mag • Studey • Studiare in Olanda Blog
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