Studiare economia e management in Canada – esperienze vere, dubbi e risposte senza filtri
Magari hai già sentito parlare delle università canadesi: ambienti internazionali, standard alti, mille opportunità dopo la laurea… ma, sinceramente, studiare economia e management in Canada non è una passeggiata. Non per scoraggiarti — anzi, vogliamo rispondere alle domande vere, parlare delle difficoltà che incontrano (quasi) tutti e spiegare come orientarti tra application, burocrazia e giorni in cui ti sembra di non capirci nulla.
Perché scegliere il Canada (e cosa aspettarsi davvero)
Il Canada è una meta sempre più popolare tra chi vuole fare economia o management all’estero. Non solo per la qualità dei corsi — che c’è, ed è alta — ma anche per l’approccio pratico, la varietà di specializzazioni, la possibilità di studiare sia in inglese che in francese (non per tutti, ma c’è anche questa opzione). Poi, clima a parte (preparati a inverni “veri” e giornate in cui vorresti il piumone anche in aula), troverai un mix di culture che può essere bellissimo… oppure farti sentire un po’ spaesato all’inizio. Fa parte del gioco.
Attenzione, però: niente slogan sulla “scelta perfetta”. Il Canada non è ideale per tutti. Serve adattamento, ci sono scartoffie, costi e almeno all’inizio ti sentirai una formichina in un paese enorme.
Università e corsi di economia e management: qualche esempio (senza filtri)
Ecco alcune delle università che di solito attirano più studenti internazionali in questi percorsi:
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University of Toronto: prestigiosa, selettiva, quelli che vogliono il “top” spesso la mettono tra le prime scelte. Ma non è una passeggiata: richieste alte sia a livello accademico che personale.
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University of British Columbia (UBC): ottimo equilibrio tra teoria e applicazione pratica, tante iniziative per chi vuole mettersi in gioco (e nel network).
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McGill University (Montreal): molto solida sulla parte teorica, ma anche attenta all’innovazione e alla ricerca. È anche una buona opzione se ti incuriosisce il contesto bilingue (inglese/francese).
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York University (Schulich School of Business): famosissima per business e management, molto orientata al “mondo reale”. Qui l’internazionalità si sente davvero, dentro e fuori dall’aula.
Un consiglio spassionato? Guarda sì i ranking, ma soprattutto cerca di capire se lo stile, le dimensioni, le opportunità (e perfino il clima) si avvicinano a quello che cerchi tu. Non esiste l’ateneo “giusto per tutti”.
Come funziona davvero l’ammissione
Togliamoci subito il dubbio: la burocrazia c’è, non farti illusioni. E richiede attenzione più che “genio”. In generale, le tappe fondamentali sono:
- Pagella e titoli: le università analizzano attentamente i tuoi voti (quasi mai basta il semplice diploma finale). A volte servono anche traduzioni ufficiali.
- Livello di inglese: TOEFL, IELTS, ogni università impone i suoi punteggi minimi. Occhio: stranamente spesso il listening fa “inciampare” anche chi parla bene. Fai pratica vera, non solo sui libri.
- Personal statement e reference letter: lascia perdere le frasi fatte. Serve mostrare cosa ti motiva, obiettivi, e anche che tipo di persona sei fuori dall’aula. Una mano a rileggere (magari da qualcuno che ci è già passato!) non è mai sprecata.
- Scadenze: alcune sono anticipatissime rispetto al sistema italiano, soprattutto nelle top università. Non rimandare — quasi tutti quelli che si perdono, lo fanno per distrazione sulle date.
Se ti senti sopraffatto, tranquillo: è normale. Noi di Studey aiutiamo spesso proprio su questi punti spinosi, e capita regolarmente che chi arriva “fuori tempo massimo” l’anno dopo sia molto più sereno.
Costi, borse di studio & vita reale
Il Canada non è low-cost. Le tasse variano molto (ok, a volte meno che in USA o UK), ma tra alloggio a Toronto o Vancouver e trasporti, la vita ha un peso. Calcola tutto, anche le cose “piccole” (libri, assicurazione, caffè — che costa più che a Napoli).
Le borse di studio ci sono, ma sono competitive e, spesso, vanno richieste separatamente. Non esiste “la borsa sicura”, ma Studey raccoglie spesso aggiornamenti su quelle reali e su cosa serve davvero per ottenerle.
Per il visto studentesco, preparati a tempi lunghi e richieste dettagliate: ogni anno c’è qualcuno che rischia di perdere il volo per un documento compilato male. Non è colpa tua — il sistema è fatto così — l’importante è anticipare le scadenze e NON improvvisare.
Un punto che pochi dicono: i primi mesi possono essere duri. Nuova didattica (tanti progetti di gruppo!), professori diretti, feedback immediato ma anche l’ansia di non essere “all’altezza”. È ok, fa parte del percorso.
Gli errori che vediamo spesso
- Pensare solo al nome dell’università, senza valutare cosa ti serve davvero (città grande vs piccola? più pratica o più teoria?).
- Sottovalutare i tempi per l’application o la difficoltà dei test linguistici.
- Partire “alla cieca”, senza informarsi su come muoversi nei primi mesi (spesso quelli più tosti).
- Fare tutto da soli pensando che chiedere aiuto sia un limite. Spoiler: non lo è, tutti — ma proprio tutti — hanno bisogno di mano almeno su un punto.
- Ignorare il gap culturale e linguistico, poi sentirsi inadeguati o fuori posto quando capita.
Canada vs. altre destinazioni — vuoi davvero lì?
Rispetto a UK o USA, in Canada i costi possono essere più gestibili e il clima accademico, almeno in teoria, un po’ meno competitivo… ma niente illusioni: le selezioni sono toste e il clima (freddo!) non fa per chi ama il caldo tutto l’anno. L’Australia? Forse più “vacanziera”, ma molto più lontana: valuta tutto, incluso quanto conta la vicinanza a casa e la possibilità di tornare rapidamente in caso di necessità.
Due storie vere
Marco, partito dopo il liceo, dice:
"La vera sfida non è stata entrare, ma gestire le cose pratiche: ogni piccolo dettaglio (dall’aprire un conto al pagare l’affitto) sembra più complicato all’inizio. Fosse stato per me, senza consulenza sulla documentazione, probabilmente avrei rimandato di un anno. Ma ce la si fa — con pazienza.”
Sara aggiunge:
"Pensavo di essere pronta, invece i lavori di gruppo e l’interazione richiesta ogni giorno sono davvero uno shock. Ma serve: impari a parlare, a “buttarti” e soprattutto a fidarti di te. Ogni tanto si fa fatica, ma non sei mai davvero da sola.”
Ultimo consiglio (onesto)
Se studiare economia o management in Canada ti attira, non partire solo dal “sogno”, ma dai piedi per terra: informazioni vere, preparazione, qualcuno che sappia davvero cosa vuol dire questo salto. Scegli se ti riconosci nel percorso, non per forza perché “fa figo”.
Se hai domande concrete, dubbi o anche solo bisogno di uno scambio reale con chi ci è passato, siamo qui. Nessuna pressione, nessuna promessa magica — solo esperienze vissute, consigli su misura e tempo dedicato ad ascoltarti. Scrivici o prenota un incontro: capiamo insieme se, e come, il Canada possa essere la meta giusta per te.