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Studiare economia in Irlanda: università e opportunità

Studiare economia in Irlanda è un'opzione popolare, ma è fondamentale essere preparati per le sfide e i costi associati a questa esperienza.

55 letture
Destinazioni: 🇮🇪 Irlanda
Argomenti: Università all'Estero
#Alloggi #Testimonianze #Lavoro post-laurea #Borse di studio #Tasse universitarie #Consigli pratici #Lettere di Referenza #Student Life #Assistenza Pratica

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Studiare economia in Irlanda: cosa sapere davvero (non solo quello che c’è nei depliant)

Hai mai pensato di studiare economia in Irlanda? Potresti già aver visto foto di campus verdi e studenti sorridenti, ma – come spesso succede – la realtà è un po’ più complessa (e interessante) di così.

Negli ultimi anni, sempre più ragazzi e ragazze dall’Italia scelgono l’Irlanda per l’università: c’è chi sogna la Silicon Docks di Dublino, chi vuole un’esperienza internazionale senza per forza andare oltreoceano, chi cerca un’istruzione riconosciuta in Europa e la possibilità (vera) di trovare uno stage o un primo lavoro in un ambiente vivace. Tutto vero, ma – avviso spassionato – non è la soluzione magica a tutte le incertezze di chi esce dalla scuola in Italia.

Facciamo chiarezza, a partire dai dubbi più comuni.

Università irlandesi: nomi, differenze e piccole verità

Le università irlandesi che si sentono spesso nominare per economia sono più o meno queste:

  • Trinity College Dublin (TCD): l’ateneo “blasonato”, bello davvero (se ami le atmosfere alla Harry Potter), piuttosto selettivo e competitivo. L’ambiente è internazionale, open-minded e anche un po’ “snob” a tratti – dipende da cosa cerchi.
  • University College Dublin (UCD): molto pratica, con tanti collegamenti al mondo del lavoro, e una delle community di studenti internazionali più attive.
  • National University of Ireland, Galway (NUIG): qui l’ambiente è meno metropolitano, più rilassato, ma non meno stimolante: tanti corsi legati al management, all’economia del turismo, politiche pubbliche.
  • Dublin City University (DCU): innovazione e digitalizzazione sono le parole chiave, con corsi che guardano avanti soprattutto su economia legata a tecnologia e business.

Ogni università ha pregi e limiti, non esiste “quella perfetta per tutti”. In molti casi la scelta si gioca tra la voglia di vivere in una città grande come Dublino (carissima, va detto!) oppure in cittadine più tranquille. Se hai dubbi su quale scegliere, confrontati con chi ci è già passato: spesso l’atmosfera del posto conta quanto (o più di) una classifica.

Attenzione ai costi (stavolta per davvero)

Ok, non è la parte più divertente, ma parlare di soldi è fondamentale: studiare in Irlanda non è come fare l’università in Italia, né solo tasse da pagare né solo soluzioni facili tipo “lavoro part-time e risolvo tutto”.

Le tasse universitarie sono più alte di quelle italiane (in media tra 6.000 e 15.000 euro all’anno per i corsi di laurea, anche di più per i master), a seconda del corso e dell’università. Il costo della vita, soprattutto nelle città, può spaventare: per esempio, a Dublino trovare un affitto sotto i 600-700 euro al mese è quasi impossibile, e la situazione degli alloggi per studenti è… complicata (e qui ci fermiamo per evitare drammi).

A proposito di borse di studio: qualcuna c’è, ma non aspettarti la pioggia di finanziamenti. Di solito bisogna candidarsi presto e avere ottime pagelle, oppure puntare su “scholarship” specifiche di alcune università. Pianifica tutto in anticipo, e fatti aiutare (meglio se da chi mastica davvero queste procedure).

Non solo burocrazia: quello che si vive davvero

A livello di documenti, le richieste cambiano da corso a corso, però qualche must c’è: diploma (tradotto), certificato d’inglese (IELTS o TOEFL), reference letter dai professori, personal statement (una lettera motivazionale credibile, non copia-incollata da internet) e un CV aggiornato. Non è complicatissimo, ma ci vuole attenzione – soprattutto perché le deadline sono spesso mesi prima di quella che useresti per deciderti, quindi meglio attivarsi in fretta.

Ma il vero scoglio, almeno all’inizio, non è solo la burocrazia:

  • L’inglese accademico può mettere in crisi anche chi ha un buon livello scolastico. Preparati a non capire tutto subito, e non farti abbattere.
  • La didattica è MOLTO più pratica di quella italiana: molti corsi sono “project-based”, niente esami da 10 domande a crocette. Si lavora in gruppo, si fanno presentazioni, si discute, e non nascondiamo che all’inizio può essere destabilizzante.
  • L’inserimento non è automatico. Si trova compagnia (e amici veri) piano piano, non sarà sempre facile, specialmente se sei un po’ timido o timida – lo diciamo per esperienza.

Le domande che chi parte si fa per forza (e a cui pochi danno risposte oneste):

Quanto si lavora davvero durante gli studi?

Gli studenti UE possono lavorare part-time. Lo fanno in tanti, ma attenzione: serve organizzazione, e non si coprono sempre tutte le spese solo con un lavoretto.

Il mercato del lavoro è davvero “roseo” per chi si laurea qui?

L’Irlanda ha tante multinazionali, soprattutto tech e pharma. Molti studenti ottengono stage e city internship. In generale, però, nessuno ti garantisce il posto assicurato: serve network, costanza, e imparare a muoversi da subito tra fiere, eventi, career service e piattaforme di lavoro.

Cosa cambia rispetto ad altri paesi?

Rispetto al UK, qui il sistema è un po’ più flessibile (e per chi è UE niente visto dopo Brexit, almeno per ora). I costi sono minori che negli USA, ma comunque non bassi. Rispetto all’Olanda, l’Irlanda offre meno scelta tra corsi, ma un ambiente meno competitivo/diviso e forse più accogliente, almeno per chi è aperto a socializzare un po’ – e al meteo decisamente variabile.

Voci vere, senza filtri

Marco, che si è laureato in economia a UCD:
“All’inizio sembrava una salita infinita, tra inglese accademico (molto più tosto di quello studiato a scuola) e mille scadenze. Devo molto a una mentora che mi ha aiutato, più dei professori. Consiglio di farsi aiutare subito e di non sottovalutare la parte dei documenti: perderti una scadenza vuol dire perdere un anno.”

Sara, oggi a Dublino:
“Vivere qui mi ha insegnato a essere indipendente, ma non è facile. Il costo della vita è alto, io ho dovuto lavorare in un ristorante. Però l’idea che il mercato del lavoro ti accolga ‘a braccia aperte’ non è realistica: bisogna farsi avanti, imparare a proporsi e parlare con la gente giusta.”

Servono altre certezze? Forse no, ma qualche consiglio utile rimane

Non esistono “scorciatoie” o garanzie totali, nemmeno affidandoti a noi. Studey può aiutarti:

  • a orientarti davvero tra le scelte;
  • a non perdere tempo nella giungla dei documenti;
  • a trovare i contatti giusti per qualche dritta pratica (e magari anche conforto nei momenti “down”).

Se stai pensando se buttarti o no, il consiglio vero è: informati, parla con chi l’ha fatto, fatti due conti veri e chiediti quanto sei pronto/a ad affrontare imprevisti, solitudine e qualche scivolone. Se dopo tutto questo hai ancora voglia di partire, allora potrebbe essere la scelta giusta per te.

Hai bisogno di informazioni “senza marketing”, conti fatti bene o pareri sinceri? Scrivici – promesso, nessun copione da manuale e nessuna promessa a vuoto. Se non sappiamo qualcosa, te lo diciamo. E se possiamo semplificarti qualche passaggio, saremo felici di farlo.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.

Fonti: Uni Student Advisors • Studiare in Olanda • Informagiovani Roma • Studey • Irlanda per Italiani • Gioca Mondo Study • Educat Study • LAE Education Blog
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