Studiare Scienze Politiche in Canada: una guida onesta tra aspettative, ostacoli e opportunità vere
Pensare alla laurea in Scienze Politiche in Canada fa subito sognare: campus moderni, internazionalità, possibilità di fare davvero la differenza. Ma, come spesso succede, la realtà non è perfetta come nelle brochure. Proviamo a mettere sul tavolo – senza filtri né illusioni – quello che c’è da sapere, le scelte possibili e qualche consiglio che viene davvero dall’esperienza di chi ci è passato.
Cosa vuol dire (davvero) studiare Scienze Politiche in Canada
Prima cosa: “Scienze Politiche” in Canada è spesso un mix di discipline diverse – politica internazionale, sistemi di governo, teoria politica, politiche pubbliche, diritto, economia, sociologia. Non si tratta solo di imparare come funzionano i parlamenti, ma anche di sviluppare un punto di vista critico, imparare a leggere il mondo e capire dove (e come) puoi far sentire la tua voce.
È un percorso che apre porte in tanti ambiti: relazioni internazionali, enti governativi, organizzazioni non profit, giornalismo, ricerca, cooperazione, diplomazia. Ma non aspettarti la strada spianata: servono tanta iniziativa e la voglia di mettersi in gioco anche fuori dall’aula.
Quali università? Non c’è “LA risposta”, ma ti diamo una bussola
Alcuni nomi che meritano attenzione? Toronto, McGill (a Montréal), UBC (University of British Columbia, a Vancouver) e Ottawa. Occhio però: ciascuna ha pro e contro veri, non “da catalogo”.
- Ottawa, ad esempio, è a pochi passi dal Parlamento — se vuoi stare nel cuore della politica canadese, può essere l’ideale (ma anche molto competitivo).
- UBC è super internazionale e immersa nella natura canadese… ma il costo della vita a Vancouver può pesare.
- Toronto e McGill sono eccellenti per l’accademia e per i contatti, anche con tanti docenti di respiro globale.
Nessuno ti dà una garanzia di successo solo con il nome; più importante è capire dove ti sentirai seguito, motivato, e con le possibilità giuste per il tuo modo di imparare.
Come funzionano i corsi (qui un po’ di pratica serve davvero)
- Triennale in 3 o 4 anni, con possibilità di scegliere “major” più teoriche o pratiche.
- Attenzione: gli stage o progetti sul campo non sono “compresi nel prezzo” ovunque. Devi andarteli a cercare con un po’ di metodo (e spesso di faccia tosta).
- Lingua: alle volte è inglese, alle volte francese (ad esempio a Montréal). Super consigliato non sottovalutare la barriera linguistica, anche se hai un B2 o C1 sulla carta.
- Tanti corsi sono interattivi: preparati a parlare, discutere, scrivere saggi. Non serve essere perfetti, ma serve buttarsi.
Costi reali: un po’ di numeri (non belli, ma necessari)
Diciamolo: le università in Canada non sono economiche per gli studenti internazionali. Puoi aspettarti di pagare da circa 9.000 a oltre 25.000 dollari canadesi all’anno solo di tasse universitarie, a seconda dell’università e della città. A questi si aggiungono vitto/alloggio – a Toronto o Vancouver il costo della vita può far girare la testa.
Borse di studio e programmi di supporto esistono, ma sono competitive. Ci si riesce? Sì, ma richiede sbattimento, documenti preparati bene e spesso anche un po’ di pazienza.
Non solo rose e fiori: problemi veri (e come gestirli)
- La selezione per alcuni corsi è tosta: se punti alto, preparati a cavartela con application curate in ogni dettaglio. Il personal statement e le reference non sono “proforma”.
- I permessi (visto studio, permesso lavoro) sono una giungla. Ogni anno le regole cambiano, meglio informarsi da subito (ammettiamolo: ogni tanto ci si perde anche noi... ma niente panico, si risolve).
- L’impatto con una didattica diversa – tanti lavori pratici, tanto confronto – può spaventare all’inizio.
- Spesso può venirti il dubbio: “Ma ce la farò? Troverò amici? Mi sentirò a casa?”. Domanda legittima. La verità è che i primi mesi sono duri per quasi tutti. Chiedere una mano, anche ad altri italiani o ad advisor che ci sono già passati, può fare la differenza.
Errori comuni (raccontati dagli ex studenti)
- Mandare l’application senza rivedere la traduzione dei voti o tralasciando un documento (già successo, meglio controllare dieci volte).
- Pensare “l’inglese lo migliorerò là”: vero fino a un certo punto. Più arrivi preparato, più sei tranquillo.
- Sottovalutare l’importo reale del vivere lontano da casa.
- Restare chiusi nella propria “comfort zone” di italiani: bellissimo avere qualche amico con cui parlare la tua lingua, ma la vera crescita arriva anche aprendo la porta ad altre culture.
Alternative? Sì, e nessuna è “meno valida”
Se l’idea del Canada ti attrae ma ti sembra ancora troppo impegnativa per i costi, la distanza o la lingua, sappi che ci sono vie di mezzo. Scambi Erasmus, summer school anche di breve durata, volontariati internazionale o primi approcci all’università all’estero in Europa: tutto serve a costruire capacità e fiducia senza bruciarsi subito tutte le energie (e i soldi). L’importante è scegliere con consapevolezza, non “perché lo fanno gli altri”.
Domande concrete (quelle che riceviamo più spesso)
Domanda |
Risposta |
Quali sono i requisiti? |
Diploma di scuola superiore (con voti dignitosi), buon inglese (IELTS o TOEFL di solito obbligatori), application ben strutturata: pagelle, referenze e soprattutto una lettera motivazionale che racconti davvero chi sei, non solo “cosa vuoi fare”. Più personalizzi, meglio è. |
Quanto costa tutto? |
Tasse universitarie come detto prima, più spese di vita (alloggio, cibo, trasporti, assicurazione, libri). Sommando tutto, a seconda della città, puoi andare da 20.000 a quasi 40.000 dollari l’anno. È tanto? Sì. Esistono borse? Sì. Ci vuole pazienza e pianificazione? Assolutamente. |
Stage/lavoro: ci sono possibilità? |
Sì – soprattutto nelle città grandi e nei programmi con partnership. Ma devi muoverti per tempo: i placement più interessanti sono molto richiesti e serve essere attivi fin dal primo semestre. Un consiglio spiccio? Partecipa a eventi, chiedi, manda mail, non farti bloccare se ti senti in imbarazzo. |
Grande università o realtà più piccola? |
Più grande non vuol dire “meglio”. Nei mega campus sei uno tra tanti, nelle università meno affollate rischi meno di perderti. Se punti su contatti di alto livello e risorse sconfinati, vai grande. Se preferisci una dimensione più familiare, valuta atenei meno blasonati ma più “umani”. Decidi quello che ti fa sentire più a tuo agio. |
Un ultimo consiglio (molto poco “da brochure”)
Se ti resta qualche dubbio, se hai paura di fare errori nella candidatura o semplicemente vuoi sentire come l’hanno vissuta altri italiani prima di te, chiedi. Nessuna domanda è banale, nessun errore irreparabile.
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