Corsi di inglese per studenti di economia aziendale: consigli pratici (e qualche veritĂ scomoda)
Se stai pensando di studiare economia aziendale all’estero, probabilmente la questione dell’inglese ti ronza in testa da un po’. Posso dirlo senza girarci intorno: anche chi si sente “bravino” poi, davanti a una lezione di microeconomia in UK, spesso si ritrova a fissare la slide sperando che il cervello faccia miracoli.
Quindi sì: un corso di inglese, fatto bene, può davvero fare la differenza. Ma attenzione: non tutti i corsi sono utili allo stesso modo e soprattutto… nessun corso ti trasforma in madrelingua nel giro di due settimane. E va benissimo così. L’importante è capire dove davvero puoi migliorare, e scegliere in modo sensato, non “alla cieca”.
Perché un corso extra può servire (e a chi)
In Italia, spesso l’inglese si studia tanto… ma si parla poco. I professori universitari stranieri, al contrario, vanno dritti al punto: spiegano in inglese, chiedono di scrivere tesine in inglese, comunicano solo in inglese (e a volte neanche troppo piano!). Non è questione di grammatica perfetta, ma di capire e farsi capire, specialmente quando i temi sono quelli di economia, bilanci, marketing – roba concreta.
Un corso di inglese specifico per economia aziendale serve proprio a questo:
- Capire meglio i testi tecnici (libri e articoli non sempre hanno la stessa semplicitĂ di una canzone dei Coldplay)
- Partecipare alle discussioni in classe (e qui la sicurezza fa la differenza)
- Scrivere email, relazioni, presentazioni in inglese senza panico
Dove trovare il corso giusto (parliamoci chiaro: nessuna soluzione magica)
Puoi scegliere tra varie opzioni. Nessuna è “perfetta” per tutti, quindi vale la pena essere sinceri su cosa davvero cerchi e di cosa hai bisogno.
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Corsi organizzati da universitĂ straniere o scuole di lingua
Molte università che ricevono molti studenti internazionali offrono corsi extra di inglese accademico o “business English”. Di solito costano un po’, ma a volte puoi accedere a moduli specifici anche se non sei ancora iscritto. Punto forte: entri subito nell’ambiente che ti aspetta. Punto debole: ritmi e livelli a volte sono davvero intensi, non adatti a chi parte da zero.
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Online (flessibilitĂ vera, ma occhio a cosa scegli)
Ci sono corsi online di ogni tipo, da quelli super teorici a quelli ultra pratici. Se hai poco tempo, può essere un’ottima soluzione – ma assicurati che ci sia almeno qualche simulazione pratica di discussione, perché solo la grammatica non basta.
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Corsi in Italia (prima di fare le valigie)
Alcuni centri linguistici in Italia offrono moduli specifici di inglese per economia e business. Può essere un buon modo per rompere il ghiaccio e capire dove sei davvero debole, prima di catapultarti all’estero.
Come scegliere? Non esiste “il migliore”, esiste “il migliore per me”
- Cosa non ti viene naturale? Se parli poco, cerca corsi che puntano sulle conversazioni; se invece hai difficoltĂ con letture tecniche, cerca moduli di reading comprehension.
- Quanto tempo hai? Un corso ogni giorno non è per tutti, specie se hai già la maturità o la sessione da affrontare. Non serve strafare e poi mollare tutto dopo una settimana.
- Questione soldi: I corsi costano – inutile girarci intorno. Esistono però borse e agevolazioni, soprattutto per chi si iscrive poi nelle università partner. Ma non sono garantite a tutti, meglio informarsi PRIMA.
Domande che ci fanno spesso (e risposte senza filtro)
Studiare l’inglese all’estero è davvero meglio che farlo in Italia?
Sicuramente, stare in mezzo a persone che parlano solo inglese ti “costringe” a usarlo, e questo accelera i progressi (anche tra mille errori, che vanno benissimo). Però la base la puoi costruire anche in Italia: arrivi più tranquillo se non parti proprio da zero, questo sì.
Come finanzio un corso extra?
Dipende dal corso: ci sono opzioni universitarie che includono l’inglese nel percorso (e quindi lo “paghi” già ), oppure altre a parte. Alcune scuole danno agevolazioni, altre no. Se punti su università straniere, informati bene anche sulle borse di studio per linguistica o studenti internazionali.
Che livello serve davvero per seguire economia in inglese?
La verità ? In molti casi chiedono almeno un B2, ma spesso la realtà è più tostarella. Meglio avvicinarsi a un C1, almeno nelle cose scritte e nelle presentazioni. Ma se parti da B2 e sei molto motivato, puoi colmare i primi “vuoti” anche lungo il percorso – purché accetti di non capire tutto, sempre, da subito.
Vorrei prometterti che basta un corso e tutto filerà via liscio, ma non sarebbe onesto. Studiare economia aziendale in inglese è una sfida tosta, specie nei primi mesi. Però tanti (davvero tanti) ce la fanno. Se hai domande sulle opzioni di corsi, vuoi confrontarti sulle paure, o solo farti spiegare cosa aspettarti davvero dall’esperienza all’estero, noi di Studey ci siamo: non solo per darti una lista di corsi, ma anche per raccontarti cosa succede davvero una volta chiusa la porta della classe dietro le spalle.
Non serve essere perfetti prima di partire. Serve essere sinceri su dove sei e su dove vuoi arrivare. E se hai bisogno di aiuto a trovare la soluzione giusta (o a capire che non c’è una soluzione magica, e va bene così!), scrivici. Nessun filtro e nessuna promessa da pubblicità . Solo, un aiuto vero.