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Corsi di inglese per studenti di scienze della programmazione

Studiare scienze della programmazione all'estero richiede competenze linguistiche specifiche. Un corso di inglese mirato è fondamentale per affrontare con successo le sfide accademiche.

47 letture
Destinazioni: 🇳🇱 Olanda
Argomenti: Viaggi Studio
#Consigli pratici #Guida #Tutoraggio #Assistenza Pratica #Consulenza

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Corsi di inglese per studenti di scienze della programmazione: cosa c’è da sapere davvero

Scegliere di studiare scienze della programmazione (o informatica, computer science, software engineering… chiamala come vuoi) in un altro paese vuol dire mettersi in gioco su tanti livelli, e l’inglese non è solo una formalità da spuntare con un test. Se il tuo inglese è scolastico o comunque non “tecnico”, è normale avere mille dubbi su come prepararsi davvero e non farsi travolgere dalle prime settimane di lezioni intense.

In questa guida provo a mettermi nei tuoi panni – e ci siamo passati davvero – per spiegare come scegliere un corso di inglese che serva davvero, quali difficoltà mettere in conto e come integrare la lingua con la tua passione per la programmazione.


Perché un corso di inglese “per programmatori” (e non solo generico)?

Sì, l’inglese che usi nelle conversazioni al bar o nei viaggi ti serve, ma non basta. Quando entri nel mondo della programmazione, sui libri e davanti al prof, le parole diventano precise, spesso intraducibili, e cambiano pure le regole del gioco: documentazione, bug report, tutorial, mail a professori e compagni. Un corso generico di inglese ti aiuta, ma spesso non ti prepara davvero a:

  • leggere e capire manuali e paper pieni di paroloni (“runtime error”, “memory allocation”, “API reference”…);
  • scrivere report tecnici o la documentazione dei tuoi progetti senza “italianismi”;
  • seguire lezioni in cui il prof parla a raffica con accento magari non proprio “da BBC”;
  • lavorare in gruppo con studenti che, come te, stanno cercando di capirsi a gesti (ma in inglese!).

Dove trovare corsi di inglese tecnici e cosa valutare davvero

Le università all’estero, specialmente quelle abituate ad accogliere studenti da tutto il mondo, sanno perfettamente che la barriera linguistica esiste. Spesso propongono corsi di inglese accademico, ma il livello di “tecnicità” varia parecchio. Qualcosa da considerare prima di scegliere:

  • Livello di ingresso: controlla sempre quale punteggio IELTS, TOEFL o altro serve davvero (e, se sei “tirato”, chiedi quanto conta davvero per la tua facoltĂ ).
  • Contenuto “tecnico”: un buon corso non parla solo di presentazioni PowerPoint: deve avere dentro esercizi di lettura/scrittura su argomenti di informatica, lessico specifico, magari un po’ di pratica su documentazione reale.
  • ModalitĂ  di frequenza: molti sono online, alcuni in presenza, altri misti: scegli quello che ti incastra meglio con gli altri impegni (non serve farsi la vita impossibile, basta trovare un equilibrio).
  • Durata e tempistiche: meglio non ridursi all’ultimo, quindi inizia a pensarci mesi prima della partenza. Alcuni corsi sono super-intensivi e durano poche settimane, altri si spalmano su piĂą mesi e ti permettono di prendere fiato.
  • C’è aiuto per studenti non madrelingua? Non aver paura a chiedere: alcune universitĂ  hanno servizi apposta, gruppi di supporto o tutor disponibili.

Piccolo extra: molte risorse online sono gratuite o costano poco (YouTube, Coursera, Stack Overflow…). Non sostituiscono un corso serio, ma sono un gran modo per integrare quello che impari.


Come allenarsi, davvero, con l’inglese tecnico

Ecco qualche consiglio pratico — niente teoria fuffa che “in dodici giorni impari l’inglese”:

  • Leggi la documentazione dei linguaggi che ti interessano direttamente in inglese, anche se ci metti il doppio. Fidati, il tempo che “perdi” adesso lo risparmi dopo!
  • Cerca video e tutorial commentati in lingua originale (YouTube, MIT OpenCourseWare, canali universitari).
  • Partecipa ai forum internazionali, anche solo per leggere: è il modo piĂą naturale per vedere come si scrive davvero una domanda tecnica, come si risponde, che tono si usa.
  • Se puoi, inizia a scrivere il codice con i commenti in inglese. All’inizio sembra forzato, poi diventa automatico e aiuta pure quando devi lavorare in gruppo.
  • Podcast, newsletter di informatica, blog di developer famosi: anche cinque minuti al giorno sono utili.

Errori comuni da evitare (e non sei il primo a cascarci…)

  • Pensare che l’inglese base sia sufficiente. Scommetto che almeno il 50% degli studenti italiani appena arrivano dicono “tanto lo capisco”, e poi dopo la seconda lezione sono giĂ  in crisi.
  • Iscriversi a un corso generico e ignorare la parte tecnica. L’inglese “per le vacanze” non ti fa superare l’esame di Algoritmi!
  • Aver paura di chiedere aiuto (o peggio: vergognarsi dei propri errori). Meglio farsi una figuraccia all’inizio con un tutor piuttosto che con il prof durante l’esame.
  • Pensare che tutti i corsi siano uguali: a volte conviene farsi consigliare da chi li ha giĂ  provati o conosce la facoltĂ , perchĂ© la qualitĂ  cambia parecchio.

Una storia vera

Marco, che ha studiato informatica per tre anni ad Amsterdam, ce l’ha raccontata così:
Quando sono arrivato, credevo di avere l’inglese ok, almeno per sopravvivere. Poi mi sono trovato davanti a documentazione e professori che andavano velocissimi. Il corso tecnico offerto dalla facoltà mi ha salvato: non solo termini, ma anche come fare le domande giuste e scrivere i report. Se tornassi indietro, lo farei ancora prima.


Come possiamo aiutarti (senza promesse da televendita)

Se tutto questo ti sembra un labirinto e non sai da dove iniziare, ci siamo passati anche noi e possiamo darti una mano. Quello che facciamo, senza filtri e senza venderti l’impossibile:

  • Guardiamo insieme il tuo livello attuale e i documenti che servono davvero
  • Ti consigliamo i corsi di inglese tecnico (con info aggiornate, facoltĂ  per facoltĂ )
  • Possiamo affiancarti mentre prepari la domanda o durante il primo periodo, anche solo per “sfogarti”
  • Non abbiamo la bacchetta magica e non promettiamo miracoli, ma se hai bisogno di aiuto concreto e qualche dritta, contattaci oppure prenota una call con un advisor che c’è giĂ  passato.

Domande che ci fanno spesso (e risposte senza giri di parole)

  • Mi basta il B2 per seguire informatica all’estero?
    Di solito sì, ma dipende dall’università. Attento: il B2 scritto dal certificato a volte non basta per seguire le lezioni tecniche “vere”. Meglio arrivarci davvero preparato, non solo sulla carta.
  • Un corso di inglese generico va bene?
    Può aiutare, ma non risolve tutto: cerca qualcosa che ti faccia esercitare proprio sull’informatica e la scrittura tecnica.
  • Imparare da autodidatta funziona?
    Dipende dalla costanza e da quanto ti sai organizzare: per molti, un corso vero e il confronto con altri studenti fanno la differenza.
  • Studey fa corsi di inglese?
    No, ma siamo in contatto con tante scuole/universitĂ  e possiamo aiutarti a trovare quello giusto per te, senza farti perdere tempo o prendere fregature.

Studiare inglese tecnico non è un ostacolo insormontabile, ma nemmeno una passeggiata. Se ci punti davvero, giocatela bene dall’inizio: parti preparato e cerca supporto quando serve. Non è solo una questione di voti, ma di tranquillità e (fidati) di sentirsi meno soli quando le cose si complicano.

Se hai domande, fatti sentire: se non sappiamo rispondere, te lo diciamo. Se possiamo aiutarti, lo facciamo senza prometterti la luna. Tanto, qui ci siamo passati tutti.

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Le informazioni contenute in questo articolo sono aggiornate al momento della pubblicazione, ma potrebbero subire variazioni nel tempo. Per avere informazioni sempre aggiornate e personalizzate sul tuo caso specifico, ti consigliamo di parlare con un nostro advisor.

Fonti: Language Team • Studiare in Olanda • Language Course • Studey • Comune di Torino
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