Corsi di inglese per studenti di design: cosa sapere prima di partire
Se stai pensando di studiare design all’estero, c’è una cosa che a volte si sottovaluta, ma che può davvero fare la differenza: l’inglese. Sembra scontato, vero? Ma la verità è che, soprattutto nelle lauree creative e nei percorsi di design, la barriera linguistica può diventare molto più di un piccolo ostacolo: rischia di trasformarsi in una trappola che rende tutto più faticoso e meno gratificante.
Perché un corso di inglese serve davvero, soprattutto nel design
Design non vuol dire solo “saper fare” o avere una mano creativa. Se entri in un’università o accademia internazionale, molto spesso la differenza la fa la capacità di spiegare le tue idee, raccontare un progetto, difendere le tue scelte creative davanti a docenti e compagni che magari arrivano da tutto il mondo.
Presentazioni, feedback di gruppo, critiche costruttive: tutto passa dalla comunicazione. E basarsi solo su “l’inglese scolastico” spesso non basta, soprattutto se non hai mai dovuto discutere in inglese di texture, concept visivi, branding, prototipi, ecc.
Non tutti i corsi di inglese sono fatti allo stesso modo
Qui il punto è semplice: scegliere un corso “generico” può andare bene per la grammatica di base, ma difficilmente ti prepara alle situazioni che vivrai in una scuola di design. Quindi cosa cercare, davvero?
- Un taglio pratico: ok alle regole, ma serve fare moltissima conversazione, simulare workshop e presentazioni. La timidezza in queste occasioni è normale; l’esercizio aiuta a superarla.
- Vocabolario tecnico e creativo: arte, moda, architettura… ogni specializzazione ha la sua lingua. Un corso dedicato agli studenti di design parte da qui.
- Insegnanti (o tutor) che conoscono il settore: sembra banale, ma avere chi capisce cosa vuol dire “project review” o “portfolio critico” è fondamentale.
- Possibilità di fare errori senza giudizio: sbagliare, soprattutto parlando una lingua, è normale. Meglio impararlo prima che il giorno della prima presentazione ufficiale!
Meglio partire con l’inglese “giusto” o migliorarsi strada facendo?
Qui la risposta più onesta è: entrambe le cose. Sì, perché anche chi arriva già con una buona base, dopo qualche settimana si rende conto che c’è sempre qualcosa su cui lavorare. Però, partire troppo indietro può rendere i primi mesi davvero faticosi. Non lo diciamo per creare ansia, ma perché lo abbiamo visto succedere.
Le esperienze che ci raccontano gli studenti sono spesso simili: chi parte già con una certa sicurezza si gode di più i primi mesi, riesce a chiedere aiuto, fa amicizia più in fretta. Al contrario, chi fatica con l’inglese a volte si isola, evita di fare domande o si convince (sbagliando) di “non essere abbastanza”.
Quali opzioni ci sono per prepararsi
- Corsi in Italia: alcune scuole di lingua pensano a moduli specifici per creativi. È una soluzione utile soprattutto per chi vuole arrivare già “allenato” senza dover perdere tempo (e soldi) all’estero solo per migliorare l’inglese. Se il tempo stringe, esistono anche versioni intensive estive.
- Corsi nei Paesi di destinazione: in UK, USA, Australia, ecc. di solito le scuole di lingua offrono programmi accademici con focus su arte e design. Spesso sono già pensati per chi poi andrà a frequentare corsi universitari.
- Corsi online: ci sono piattaforme con conversazioni di gruppo e simulazioni di presentazioni. A volte ce le raccontano gli student* come utili per “rompere il ghiaccio” in attesa di essere sul posto.
Cosa succede se si sottovaluta la preparazione?
Te lo diciamo perché lo abbiamo visto alcune volte, e non è mai bello: affrontare il primo semestre senza l’inglese “giusto” significa rischiare brutte sorprese. C’è chi, pur avendo ottime idee, non riesce a spiegarle, si perde nei workshop o si sente sempre “un passo indietro”. E sì, qualcuno è arrivato addirittura a rimandare esami o a cambiare corso, solo per colpa di questo gap iniziale.
Ma la buona notizia è che recuperare si può, anche dopo una partenza difficile. Con un po’ di coraggio (e magari qualche ora di mentoring o un corso extra dedicato), praticamente tutti ci sono riusciti. E spesso sono proprio quegli studenti a diventare i più “forti” nelle relazioni internazionali.
I consigli che avrei voluto prima di partire
- Chiedi sempre opinioni ad altri studenti: nessuno meglio di chi ci è passato può dirti quali corsi servono davvero, quali sono solo “marketing”.
- Non aver paura di sembrare insicuro: lo siamo stati tutti. Far finta che l’inglese non sia un problema di solito peggiora solo le cose.
- Non esiste il livello “perfetto” di inglese: esistono livelli “sufficienti per iniziare bene”. Il learning by doing arriverà dopo.
- Non tutti i corsi o le scuole sono uguali: anche quelli in grandi città possono essere poco adatti, informati bene.
Mettiti nelle condizioni migliori (ma senza stress)
L’ultima cosa che vorremmo passasse è l’idea che “o hai l’inglese perfetto o è inutile partire”. Non è così. C’è sempre modo di migliorare strada facendo, e non è la grammatica impeccabile a fare la differenza. Semmai è la voglia di comunicare, chiedere aiuto e imparare dagli errori. Se non sai da dove iniziare o vuoi capire quali opzioni esistono davvero per te, puoi scriverci senza impegno — anche solo per farci tutte le domande che ti vengono in mente. Se una soluzione perfetta non c’è, te lo diciamo apertamente.
Può sembrare una cosa “piccola”, ma curare un po’ di più l’inglese prima di partire (e lungo tutto il percorso) può davvero cambiare il modo in cui vivi il tuo anno all’estero. Non vogliamo “venderti la formula magica”, ma siamo qui – davvero – per ragionare insieme sulle soluzioni più adatte, senza filtri.