Viaggio studio in Canada: natura, città e lingua — cosa aspettarsi davvero
Quando pensiamo al Canada, lo immaginiamo spesso come una cartolina gigante: montagne imponenti, laghi trasparenti, foreste infinite. Ma se ti stai informando per un viaggio studio, forse ti chiedi com’è davvero mettere radici lì, anche solo per qualche mese. Soprattutto se parti dall’Italia, con mille domande in testa e il timore che la realtà sia ben diversa da quello che si trova su Instagram. Qui ti racconto cosa vuol dire davvero studiare in Canada — gioie, complicazioni, qualche trucco imparato a proprie spese e tutto quello che vorrei mi avessero detto prima di partire.
Canada: tra natura vera e città piene di stimoli
Il mito della natura canadese… è tutto vero. Qui la natura non la guardi solo nei weekend, te la ritrovi dappertutto: fare jogging sul lungolago prima delle lezioni, prendere l’autobus tra la neve o vedere i colori folli dei parchi in autunno. Però non è tutto idillio: inverno vuol dire anche temperature toste (Toronto e Montréal insegnano). Qualcuno lo vive come una sfida, altri fanno più fatica — ammettiamolo, il primo inverno lontano da casa può essere duro.
Le città canadesi sono modernissime, super organizzate e, in genere, molto sicure. Ma ogni città è un pianeta a sé. Toronto può sembrare un universo a parte: mille eventi, musica, ti perdi tra grattacieli e quartieri diversi. Montréal invece ha un ritmo più europeo, e ci si sente subito mescolati tra tante culture e—avviso!—due lingue. Vancouver? Natura a due passi dal centro, ma anche prezzi altissimi. Su tutto, non sottovalutare la questione “distanze”: non sempre trovi casa vicina all’università e i trasporti fuori dai centri diventano complicati.
Lingua: qui non si bara (e spesso il francese è compreso nel prezzo)
Il Canada ti obbliga a usare l’inglese, punto. Sembra scontato, ma non è la classica esperienza "protetta" per studenti internazionali con tutoraggio H24 in italiano. Sei circondato da persone di tutto il mondo e doversi far capire, sbagliare, perdere qualche battuta e poi riprovare, è la norma. In Québec, e soprattutto a Montréal, il francese è ovunque: sulle insegne, nelle pratiche burocratiche, addirittura nei supermercati. Non serve essere bilingui, ma arrivare con le basi (o almeno non spaventarsi davanti a una conversazione in francese) aiuta molto.
Cosa ti conviene sapere prima di partire? Te lo dico senza filtri:
- Costi e burocrazia: Studiare in Canada costa. Che sia un semestre universitario o un corso di lingua, metti in conto tasse, documenti per il visto, assicurazione sanitaria, affitto (che a Toronto o Vancouver schizza alle stelle) e le spese quotidiane. Ricordati che i tempi per ottenere il visto sono lunghi: è una corsa a ostacoli, meglio partire con anticipo, sia per limitare lo stress sia per evitare di restare bloccato a casa per una scartoffia mancante.
- Ambientarsi non è immediato: La nostalgia di casa colpisce tutti, anche quelli più entusiasti. A volte è lo shock culturale, altre volte è solo il clima, o il modo diverso di socializzare. Qui molti studenti lavorano già part-time, sono pratici e indipendenti, quindi non aspettarti che qualcuno ti prenda per mano per ogni cosa. Ma appena rompi il ghiaccio, le amicizie nascono anche nelle situazioni più impreviste (tipo durante una tempesta di neve).
- Può non essere per tutti: Il Canada è fantastico, ma non sempre è la scelta migliore. Se devi fare un’esperienza breve o hai un budget limitato, altre destinazioni in Europa magari sono più accessibili (sia per distanza che per spese). A volte conviene provare prima una summer school o un viaggio studio più “soft” per capire come te la cavi all’estero.
Qualche storia vera (e due dritte)
Marco, 22 anni, è partito per Toronto pensando che sarebbe stato tutto semplice. Invece, il primo scoglio è stato trovare una stanza: “Cercare casa a distanza è dura, e spesso ti va bene solo dopo parecchi tentativi — occhio alle truffe, mi raccomando”, racconta. Poi c’è stato il clima: “Faceva un freddo assurdo e spostarsi sembrava un’impresa. Ma dopo un mese ho preso il ritmo, ho trovato un lavoretto in un coffee shop e le cose hanno iniziato a girare meglio.”
Sara ha scelto Montréal, perché voleva migliorare anche il suo francese. “I primi giorni erano un caos: metà della vita universitaria era in francese, l’altra metà in inglese, ed ero completamente persa. Ma nessuno nasce bilingue — con pazienza, grazie a qualche corso extra e parlando con chiunque, pian piano sono entrata nel giro.” Il suo consiglio? “Non farsi bloccare dalla paura di sbagliare e prepararsi più sulla lingua prima di partire.”
Il Canada: occasione vera, ma non sempre perfetta
Insomma: se ami l’outdoor, hai voglia di metterti alla prova, vuoi davvero migliorare l’inglese (e magari il francese), il Canada ti dà tanto. Ma la realtà è che bisogna partire pronti a cambiare, adattarsi e farsi qualche domanda scomoda: sono davvero pronto a essere indipendente? Ho i soldi necessari, o posso trovare una borsa di studio? Mi conosco abbastanza per sapere se il freddo e la lontananza mi peseranno troppo? Meglio chiederselo adesso che durante una bufera di gennaio!
Se sei curioso o hai mille dubbi, non aspettarti che qualcuno ti dica “vai, sarà tutto facile”. Siamo qui anche proprio per questo: ascoltare le tue domande, aiutarti a chiarire le idee, darti una mano concreta – anche se a volte la risposta giusta è “forse il Canada non fa per te (almeno ora)”. Se vuoi parlarne, scrivici o scarica la nostra guida: non risolverà ogni problema, ma almeno ti evita i classici errori di chi parte senza sapere dove atterra.